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Ogni individuo sia valorizzato in quanto persona e non per quello che produce

giovedì 27 ottobre 2011

La preghiera del disabile indignato

di FLAVIA AMABILE -

E' una lettera dura, questa, un Padre Nostro violento ma comprensibile, perché recitato da chi ha un disabile grave in famiglia. Come chi è  sceso in piazza sabato scorso.

Padre Nostro che sei nei cieli, oggi ti prego perché Tu voglia inviare ad alcune persone una Tua speciale benedizione. Ti prego Padre, manda a coloro che ci governano un figlio o un nipote gravemente disabile, fai scoprire loro il sacrificio di una dedizione totale, 24 ore al giorno e per 365 giorni l’anno, senza riposo ne’ interruzioni. Permetti loro di scoprire l’amore incondizionato necessario per cambiare pannoloni maleodoranti, asciugare saliva, lavare, accudire, inserire cateteri, imboccare, somministrare medicine, gestire le emergenze di crisi epilettiche, aggressività, autolesionismo, notti insonni.
Padre Nostro, fai scoprire loro che c’è un’alternativa alle orge e ai festini, che si può “fare l’Amore” rubando il tempo a quei pochi minuti durante i quali il tuo caro finalmente dorme. Fai scoprire loro il dolce sapore di un pasto consumato in piedi e di corsa perché tuo figlio reclama la tua attenzione. Fai scoprire loro cosa significa alzarsi alle quattro del mattino per organizzare una giornata senza plauso, senza portaborse e donnine o maschietti compiacenti e adoranti davanti al potere e alla popolarità. Fai scoprire loro la necessità di mediare con i tuoi vicini che non sopportano più le urla e i pianti notturni, o con i colleghi che ti considerano un parassita quando sei costretto a mancare un giorno dal lavoro.
Fai scoprire loro la burocrazia che ti costringe ad utilizzare il tempo che vorresti dedicare a chi ami, in lunghe file davanti a sportelli e in uffici pubblici per ottenere qualcosa che dovresti avere per diritto. Fai scoprire loro perché ai nostri figli occorre una scuola attenta con programmi mirati ed assistenza. Fai scoprire loro cosa significa vivere con poche centinaia di euro al mese ed essere costretti a contrattare i prezzi anche sulle bancarelle da un euro al pezzo. Fai scoprire loro la gioia dei viaggi ai quali si è costretti per le cure necessarie perché la tua Regione non riconosce il diritto, o le motivazioni che ti fanno impallidire davanti alla mancanza di fondi mentre il tuo Paese finanzia le guerre. Fai scoprire loro cosa vuol dire essere malati e non potersi curare per dare priorità alla persona che ami e che non può fare a meno di te, o il tormento di un futuro nebuloso ed angosciante accompagnato da un’unica domanda: “con chi lo lascerò?” Fai scoprire loro il desiderio imperante di fuga e di suicidio che incombe su tutti noi, frenato solo dall’amore per i nostri cari. Fai ricordare loro, attraverso l’esperienza, il servizio che la politica dovrebbe offrire ai cittadini e quindi il motivo per il quale detengono la loro carica. Fai scoprire loro la profondità della nostra Costituzione, sulla quale hanno giurato.
E infine, Padre Nostro, ti prego di inviare questa speciale benedizione anche ai giornalisti che si ergono a paladini contro le ingiustizie ma che ignorano le nostre situazioni rendendoci invisibili, contrariamente alla missione alla quale dovrebbero essersi votati.
SIGNORE, MANDA LORO UN FAMILIARE GRAVEMENTE DISABILE!
Amen
 
La versione integrale di questo articolo è presente sul sito http://www.lastampa.it

martedì 25 ottobre 2011

Convocazione assemblea 29 ottobre 2011

“COORDINAMENTO PROVINCIALE TERZO SETTORE”
Provincia di Reggio Calabria



Reggio Cal., lì 12.10.2011

Alle organizzazioni aderenti al
Coordinamento Provinciale del
Terzo Settore di Reggio Calabria




Oggetto: convocazione assemblea 29 ottobre 2011

Carissimi,
è convocata per il prossimo 29 ottobre 2011, dalle ore 9,30 alle ore 13,30, presso l’Accademia delle Belle Arti, Aula Magna “G. Marino”, via XX Luglio-Reggio Calabria,  l’Assemblea Generale del Coordinamento Provinciale del Terzo Settore di Reggio Calabria.
L’Assemblea sarà chiamata a discutere e deliberare sul seguenti punti all’ordine del giorno:
1) discussione ed approvazione del Patto Associativo;
2) elezione degli organi sociali
Alle ore 9,30 vi sarà l’accoglienza dei partecipanti e l’iscrizione all’assemblea, ed alle ore 10,00 inizieranno i lavori assembleari.
In attesa di incontravi tutti, invio cordiali saluti
                                                                                                              Il Portavoce provvisorio
                                                                                                                    Luciano Squillaci

domenica 16 ottobre 2011

UCCISE IL FIGLIO AUTISTICO, NAPOLITANO GLI CONCEDE LA GRAZIA


I fatti risalgono al 2007, quando Calogero Crapanzano, maestro in pensione, uccise il figlio disabile a Palermo e si presentò spontaneamente ai carabinieri. Nel 2010 gli sono stati concessi gli arresti domiciliari per l'aggravarsi dello stato di salute causato, spiegò il giudice, anche "dal profondo dolore e senso di colpa per la terribile tragedia vissuta"
ROMA - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha concesso la grazia a Calogero Crapanzano, maestro in pensione che uccise il figlio autistico, Angelo, di 27 anni a Palermo. Il 23 giugno 2007, dopo avere strangolato con una corda il figlio, Crapanzano si presentò spontaneamente ai carabinieri confessando il delitto. A riportare la notizia il quotidiano La Repubblica. Dopo la condanna di nove anni e quattro mesi ricevuta nel 2009, l'uomo ha inoltrato la richiesta di grazia attraverso il suo avvocato Giuseppe Sciarrotta. Alla domanda ha allegati due attestati di solidarietà: uno firmato dal missionario laico Biagio Conte, l'altro dal responsabile dell'Ufficio garante delle persone disabili del comune di Corleone, Salvatore Di Giglia. Un gesto, quello di Crapanzano, dietro il quale traspare disperazione, solitudine e "totale assenza delle strutture pubbliche di sostegno ai familiari di persone con queste gravi disabilità" come aveva sottolineato il Gup Lorenzo Matassa nella motivazione della sentenza di primo grado dell'8 novembre 2007.

"Troppe volte ho chiesto aiuto alle istituzioni - disse Crapanzano descrivendo il suo dramma familiare - Ma mi prescrivevano solo psicofarmaci per il mio ragazzo. Ero ormai esasperato da una vita d'inferno. Angelo picchiava me e mia moglie. Qualche volta aveva anche minacciato il suicidio. Dopo l'ennesima crisi del ragazzo, che ci chiedeva di smontare un condizionatore, ho avuto un raptus. E adesso sono pentito". Crapanzano aveva annunciato due anni fa, in un'intervista a livesicilia.it, la sua intenzione di rivolgersi al Capo dello Stato: "Io e mia moglie abbiamo già passato 27 anni di galera. Io non posso andare in carcere. Sto male. Se la condanna verrà confermata in Cassazione, chiederò la grazia al presidente Napolitano. Ha un cuore di padre. Capirà il mio strazio". All'imputato, per cui il pubblico ministero aveva chiesto trent'anni di carcere, furono concesse tutte le attenuanti generiche. All'inizio dello scorso anno, Crapanzano aveva ottenuto gli arresti domiciliari a causa del suo precario stato di salute aggravato, spiegò il giudice "dal profondo dolore e senso di colpa per la terribile tragedia vissuta" e per la mancanza di "profilo di pericolosità sociale". In questi giorni, infine, è il Presidente della Repubblica a mettere fine alla vicenda concedendo la grazia. 
Tratto da SuperAbile
(15 ottobre 2011)

lunedì 10 ottobre 2011

"Disabilità intellettiva, la più dimenticata".

Mariagrazia Arneodo, responsabile della Riabilitazione del Centro don Guanella: "Per noi il disabile intellettivo può diventare cittadino a pieno titolo come tutte le altre persone soltanto se riusciremo a coniugare scienza e amore"

ROMA - Coniugare scienza e amore: solo così il disabile intellettivo può diventare cittadino a pieno titolo. È questo il filo rosso del primo Congresso nazionale dell'Opera Don Guanella al via questa mattina presso il Campidoglio a Roma. L'iniziativa, dal titolo "Le nuove frontiere della disabilità intellettiva: tra scienza e amore", continuerà nei prossimi giorni con altri incontri che si terranno nella sede della Regione Lazio e nella sede dell'Opera intestata al sacerdote che verrà canonizzato il prossimo 23 ottobre. Un momento di riflessione necessario, spiegano gli organizzatori "per moltiplicare gli spazi di incontro con le società scientifiche, le istituzioni, il mondo dei pazienti, del volontariato, dei media, per valorizzare il lavoro dei centri e delle associazioni. Tutto questo sempre nell'ottica del servizio alla persona, in un momento storico di grandi ristrettezze economiche e incertezze valoriali".
"Abbiamo voluto sottolineare che per noi il disabile intellettivo può diventare cittadino a pieno titolo come tutte le altre persone soltanto se riusciremo a coniugare scienza e amore - spiega Mariagrazia Arneodo, responsabile della Riabilitazione del Centro don Guanella di Roma -. Con queste due parole noi abbiamo inteso sia l'impianto tecnico-scientifico e in amore tutta la parte antropologica, umana. Sentiamo che questi tempi hanno bisogno di saper coniugare questi due aspetti. per questo abbiamo coinvolto personalità di spicco a livello internazionale a livello scientifico per quel che riguarda la disabilità intellettiva e contemporaneamente operatori che ci danno la dimensione del concreto, del quotidiano. La sfida del vedere l'altro come un altro te".
Tra le diverse disabilità, spiega Arneodo, quella del disabile intellettivo, "rischia di essere la più dimenticata, perché il disabile non ha la capacità di difendere da sé i propri diritti. A volte non ha neanche la capacità di esprimere ciò che vive, quel che sente e quali le proprie aspirazioni. A noi la responsabilità di assicurare anche alla persona più grave la miglior qualità di vita possibile".
Una riflessione necessaria, aggiunge Arneodo, che anche insieme alla canonizzazione di don Guanella, richiama l'attenzione ai rischi che comporta la politica dei tagli al sociale. "Negli ultimi dieci anni, per le problematiche del commissariamento della Regione e dei tagli delle risorse economiche - ha specificato Arneodo -, i centri di riabilitazione come il nostro che si occupano di disabilità intellettive sono andati incontro a disagi via via crescenti in maniera proporzionale ai tagli. Non solo le rette non si sono adeguate al costo della vita, ma il taglio del budget è arrivato quasi al 20%, complessivamente in dieci anni. I centri stanno facendo fatica a campare e ad assicurare alle persone che hanno in cura una qualità di vita dignitosa". Difficoltà economiche che si fanno sentire non solo nella gestione delle strutture, ma anche sulle famiglie con figli disabili intellettivi.
"Per le famiglie significa essere coinvolti di più anche dal punto di vista economico. Per la normativa regionale sulla compartecipazione alla spesa le famiglie devono provvedere almeno in parte. Tante di queste famiglie sono rappresentate da genitori ormai anziani e quindi è un onere aggiuntivo non indifferente. Questo carico, però, non può essere lasciato solo sulle spalle delle famiglie". Ed è proprio la qualità di vita dei disabili e delle famiglie uno dei temi trattati oggi durante i lavori, mentre nella giornata di domani verranno affrontati i temi della rete dei servizi socio-sanitari, la sindrome di Down ed infine una giornata dedicata alla professione sanitaria e alla relazione d'aiuto.
Tratto da SuperAbile INAIL