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Ogni individuo sia valorizzato in quanto persona e non per quello che produce

lunedì 30 maggio 2011

Danza sportiva: dalla Cina in Italia 110 attori disabili "Artisti di pace dell'Unesco"

È la China Disabled People's Performing Art Troupe e il Congresso mondiale dei disabili li ha definiti "ambasciatori dell'immagine di 600 milioni di disabili del mondo e fiaccola della speciale arte umana". La compagnia si esibirà a Roma il prossimo 30 maggio nella cornice del Teatro Argentina

ROMA - Un giovanissimo gruppo di artisti disabili ha aperto ufficialmente la nona edizione del Mondiale di danza moderna e sport, il World Championschip of Modern Dance Sport, a Castiglioncello (Livorno) il 25 maggio (primo Festival di danza per disabili al quale partecipano oltre 500 ballerini). Si è trattato di un connubio tra la danza sportiva e la cultura cinese: infatti, per festeggiare il rientro in Italia di una tra le più importanti gare di danza a livello mondiale, l'International Dance Federation in collaborazione con l'ambasciata della Repubblica popolare cinese a Roma ha invitato una tra le compagnie teatrali più famose della Cina: i China Disabled People's Performing Art Troupe. Lunedì 30 maggio la compagnia cinese si esibirà a Roma presso il teatro Argentina alle ore 20.45.
Compagnia che da tempo pota nel mondo la propria arte, i China Disabled People's Performing Art Troupe sono stati insigniti dall'Onu del titolo di "Artisti di pace dell'Unesco", mentre il Congresso mondiale dei disabili li ha definiti "ambasciatori dell'immagine di 600 milioni di disabili del mondo e fiaccola della speciale arte umana". Spiegano gli organizzatori dell'evento: "La scelta di invitare la compagnia teatrale cinese al World Championschip of Modern Dance Sport è nata per festeggiare l'Anno culturale della Cina in Italia ma anche per rendere omaggio, con l'apertura di Castiglioncello, alla comunità cinese in Toscana, una tra le più numerose sul territorio italiano che è riuscita ad integrarsi perfettamente con le usanze locali e i suoi abitanti".
"I China Disabled People's Performing Art Troupe - spiegano ancora i promotori - coniugano perfettamente la danza e la cultura orientale valorizzando le capacità di ogni individuo indipendentemente dalle disabilità che può avere". La compagnia nasce nel 1987 grazie alla determinazione di 30 persone disabili che decidono di partecipare al Festival dell'arte cinese. Da lì una serie di successi che sono aumentati con il trascorrere degli anni. Oggi la compagnia si esibisce in tutto il mondo ed è composta da 110 attori disabili la cui età media è 20anni e da 37 membri dello staff che non superano i 30 anni. Sono tutti giovanissimi e dotati di grande volontà e perseveranza. Il presidente, il direttore artistico, i coreografi e gli arrangiatori della compagnia sono tutte persone con disabilità. Agli inizi degli anni Duemila il gruppo China Disabled People's Performing Art Troupe ha ideato e portato in scena lo spettacolo "My Dreams" grazie al quale a guadagnato riconoscimenti internazionali prestigiosi: l'Hollywood International Film Festival gli ha conferito il premio come miglior film d'arte mentre il Festival internazionale cinematografico di Grecia ha riconosciuto a My Dreams il premio per l'originalità e l'innovazione. Dopo la tappa in Italia i China Disabled People's Performing Art Troupe porteranno la loro arte e il loro messaggio in giro per l'Europa e in Medio Oriente.
(29 maggio 2011)

lunedì 23 maggio 2011

"PERSONE CON DISABILITÀ ABBANDONATE DALLO STATO": ANFFAS PROCLAMA LO STATO DI CRISI

La mobilitazione a livello nazionale. Il presidente Speziale denuncia: "Famiglie sole, servizi sempre più scarsi, diritti negati, attacchi mediatici: la condizione dei disabili peggiora costantemente". Fra le richieste indirizzate al governo il ripristino dei fondi delle politiche sociali e della non autosufficienza e la definizione di Lea e Leps, i livelli essenziali di assistenza e delle prestazioni sociali
persone disposta a formare il simbolo della disabilità
ROMA - "Le persone con disabilità e le loro famiglie sono state lasciate sole dallo Stato e dalle istituzioni e sono ora in una condizione critica". La denuncia è dell'Anffas, che proclama ufficialmente lo "stato di crisi nazionale" sulle politiche per le persone con disabilità e loro famiglie in Italia, e si prepara ad istituire unità di crisi a livello nazionale, regionale e locale: stato di mobilitazione, dunque, al quale sono chiamati a partecipare le persone con disabilità, le famiglie socie, insieme a operatori, volontari e cittadini. La decisione è stata presa nel corso dell'assemblea annuale dell'Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intelletiva e/o relazionale, svoltasi a Rapallo il 14 e 15 maggio scorsi.
"A due anni di distanza dalla ratifica italiana della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità - spiega il presidente nazionale Roberto Speziale - possiamo affermare che la situazione non è affatto migliorata ma, anzi, sta continuando a peggiorare costantemente: le persone con disabilità e le loro famiglie sono state lasciate sole dallo Stato e dalle Istituzioni e sono ora in una condizione critica, con a rischio l'esigibilità dei propri diritti e servizi sempre più scarsi e più costosi a livello di compartecipazione, senza contare i numerosi attacchi mediatici che hanno dovuto e devono fronteggiare quotidianamente".
La mozione approvata pone in evidenza alcune questioni, chiedendo anzitutto il ripristino delle risorse a favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie, a partire dal Fondo nazionale sulle politiche sociali e dal Fondo nazionale sulla non autosufficienza. Viene chiesta anche la revisione dei livelli essenziali sanitari e sociosanitari fissati nel 2001 e la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali, oltre alla predisposizione di indicazioni programmatiche pluriennali in materia di politiche rivolte alle persone con disabilità. L'Anffas pone anche il problema della omogenizzazione a livello nazionale dei criteri di compartecipazione al costo dei servizi nel rispetto del principio dell'evidenziazione della situazione economica del solo assistito e del contributo economico simbolico e sostenibile. Ancora, l'associazione chiede la revisione del sistema degli accertamenti dell'invalidità civile, stato di handicap e disabilità come previsto dall'art. 24 della legge 328/00 e la rivisitazione del piano straordinario delle visite con la consultazione delle associazioni al fine di individuare le strategie per migliorare il sistema. Infine, viene chiesto il ripristino dei pagamenti delle prestazioni senza alcun ritardo per la gestione dei servizi e una nuova convocazione dell'Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità (istituito con L. 18/09 e convocato ad oggi una sola volta nel dicembre 2010).
L'Anffas mette in rilievo numerosi fatti e episodi preoccupanti, dalle campagne denigratorie mediatiche e politiche ai tagli ai fondi per le politiche sociali, la non autosufficienza e la famiglia, dalla mancata ridefinzione dei Lea (Livelli essenziali di assistenza) alla mancata definizione dei Leps (Livelli essenziali delle prestazioni sociali): "Si sta innescando - afferma ancora Speziale - un processo che vede schiacciare la dignità di persone e famiglie che dovrebbero invece essere supportate maggiormente, e per questo dichiariamo lo stato di crisi, auspicando un riscontro positivo". In ogni caso, puntualizza Speziale - "siamo pronti ad una grande mobilitazione e a manifestare pubblicamente per portare avanti i diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie". 
(19 maggio 2011)
Tratto da SuperAbile

domenica 8 maggio 2011

"Addio alla carrozzina". Monique van der Vorst racconta la sua vittoria più grande.

La ciclista è stata sulla sedia a rotelle per 12 anni, ma lo scorso novembre è tornata camminare. In questi giorni l'atleta è nelle Marche, invitata dal Panathlon International club di Senigallia. "Avevo smesso di credere che un giorno sarei tornata a camminare con le mie gambe. Ora sogno le Olimpiadi a Rio de Janeiro nel 2016"
SENIGALLIA - "Per tre anni ho sperato e lavorato tanto per alzarmi dalla carrozzina, ma non ho avuto successo. Avevo smesso di credere che un giorno sarei tornata a camminare con le mie gambe. Ora, invece, sogno tante cose, soprattutto desidero andare alle Olimpiadi a Rio de Janeiro nel 2016". A parlare così è Monique van der Vorst, l'atleta e campionessa paraolimpionica tornata a camminare lo scorso novembre con le proprie gambe, dopo essere stata in carrozzina per circa 12 anni. In questi giorni, la ciclista è nelle Marche, invitata dal Panathlon International club di Senigallia con la collaborazione degli altri club della regione e del Comitato organizzatore della maratona Collemarathon Barchi - Fano.
"La sua vita ha un valore educativo che credo sia importante diffondere il più possibile, soprattutto tra i giovani che praticano sport" dice il Presidente del Panathlon senigalliese Paolo Pizzi. Ecco perché, in questa sua visita nelle Marche, Monique ha incontrato diverse scuole, come quelle di Fano, Pesaro e Senigallia ed è stata accolta dalle istituzioni, come dal Consiglio comunale di Cartoceto che la farà addirittura Ambasciatrice in Olanda dell'olio d'oliva di Cartoceto.
Non mancano, però, gli appuntamenti con lo sport. Ogni giorno, infatti, sono previste alcune ore di allenamento in vista della maratona Barchi - Fano che si svolgerà domenica. "Ieri Monique si è allenata facendo ben 80 chilometri in bicicletta in circa due ore e mezzo: davvero un buon risultato sottolinea il dottore Stefano Ripanti, membro del Panathlon club di Senigallia - ma domenica non potrà correre per tutta la maratona: Monique farà i primi 4 o 5 chilometri, poi circa 37 in bici e l'ultimo lo farà di nuovo di corsa, per giungere all'arrivo con gli altri partecipanti". Durante la gara, inoltre, Monique sarà accompagnata, come segno di vicinanza sportiva, dalla campionessa italiana di maratona Laura Giordano.
Classe 1982, Monique è nata nei Passi Bassi e all'età di 13 anni, mentre giocava ad hockey su prato ha avvertito dei dolori alle gambe. Ha dovuto subire così un'operazione che, però, l'ha portata a stare in carrozzina. "In questa nuova vita - ricorda Monique - pensavo solo a migliorare fisicamente e a ristabilirmi. A un certo punto, però, ho smesso di puntare a tornare a camminare e mi sono concentrata sul dovere andare avanti in questa situazione". E così ha continuato a praticare sport, raggiungendo traguardi d'alto livello come le due medaglie d'argento alle Paraolimpiadi di Pechino (2008) e il titolo ai campionati del mondo di triathlon per disabili alle Hawaii. L'anno scorso, durante degli allenamenti a Maiorca, è stata investita da una bici. In seguito all'operazione che ha dovuto subire, è tornata a camminare. "Ho sentito dei formicolii alle gambe - ricorda ancora Monique - prima una poi l'altra e per prima cosa ho chiamato i dottori e poi i miei genitori". Un risultato che ancora i medici non riescono a spiegarsi. "Da un punto di vista medico bisogna ricordare che Monique aveva un principio di sclerosi - spiega il dottor Ripanti - ed è quindi difficile capire come possa essere regredita questa malattia, tanto da permetterle di camminare".
Ora la vita di Monique è cambiata di nuovo: "Ho tutto e sento di volere ridare qualcosa indietro. Vorrei vincere tutto - dice ridendo - ma è un'emozione speciale trovarsi tra gli altri atleti, come è successo alla maratona di Roma, il 20 marzo. Stare lì mi dava ancora più coraggio". Domenica, dopo la Fano - Barchi, Monique ripartirà per i Paesi Bassi, dove studia. Naturalmente, Scienze motorie. E alla domanda se abbia visto delle differenze tra il suo paese e l'Italia in materia di barriere architettoniche, risponde: "Ancora non ho visto bene Senigallia o altre città, ma in Olanda ce ne sono sempre troppe".
Tratto da SuperAbile