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Ogni individuo sia valorizzato in quanto persona e non per quello che produce

martedì 30 aprile 2013

DONA IL TUO 5 X MILLE AD INHOLTRE

 TUTTO QUESTO GRAZIE A TUTTI VOI.
 CONTINUATE A SOSTENERCI.
INHOLTRE: UNA RICCHEZZA DI TUTTI.
Incontro con la scuola elementare G.Mallamaci di Motta San Giovanni
Laboratorio artistico
Laboratorio manipolativo
Pulcini per Pasqua realizzati dai ragazzi
Laboratorio di pittura
Laboratorio di pittura
Laboratorio di pittura
Festa di Pasqua 
L'amicizia vuol dire......
Regalo di Pasqua
Festa di Natale
Carnevale 2013 L'Arca di Noè
Serata di Solidarietà
Sesta Serata di Solidarietà Simona Atzori incontra i giovani di Lazzaro
Incontro con gli studenti di Bagnara per "Scatti di valore" CSV
Incontro con il C.S. Lazzaro sponsor sociale anno 2011
Convegno Disabilità e Volontariato
Halloween 
 Happy Run 2012 con Giusy Versace Francesco Comandè e InHoltre

Anche quest'anno è possibile devolvere il 5 x mille della propria dichiarazione dei redditi, attraverso CUD, 730 e UNICO. Apponi la tua firma sulla dichiarazione nel posto riservato al "Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale". Indica nella stessa casella il nostro codice fiscale:

92049250803


Firmare per la destinazione del 5 x mille dell' IRPEF non costa nulla ma dà una grossa opportunità alla nostra associazione per investire delle risorse per il coinvolgimento e la socializzazione delle persone con disabilità e delle loro famiglie.

Donaci il tuo 5 x mille, avrai 5000 grazie da InHoltre

sabato 27 aprile 2013

Assemblea ordinaria dei soci

Martedi 30 aprile 2013 alle ore 18.00 in prima convocazione e alle ore 18.30 in seconda convocazione presso il Centro Sociale "Paolo Capua" di Lazzaro (RC) è convocato l'assemblea ordinaria dei soci per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno:

1 Lettura verbale seduta precedente;
2 relazione del Presidente;
3 approvazione bilancio preventivo;
4 approvazione bilancio consuntivo,
5 versamento quota sociale.

Il Presidente
Pasquale Irto

giovedì 18 aprile 2013

Volontariato per le disabilità? C’era una volta il servizio civile…


C’era una volta il servizio civile, autentica palestra di vita per migliaia di giovani, che sceglievano questa strada spesso solo con l’obiettivo di evitare la naja, e poi – catapultati all’improvviso in una dimensione del tutto sconosciuta, quella dell’impegno quotidiano in associazioni di volontariato al servizio delle persone con disabilità, o degli anziani, o degli emarginati – superato lo smarrimento iniziale, scoprivano un senso nuovo alla propria esistenza. Terminati i dodici mesi del servizio, molti di loro non riuscivano più a staccarsi dal Nuovo Mondo, e diventavano prima volontari, poi, spesso, trovavano nel sociale la premessa di una formazione lavorativa.
C’era una volta, e quasi non c’è più, non solo per la fine del servizio militare obbligatorio, ma anche perché non ci sono soldi, o i soldi non si trovano, per finanziare adeguatamente uno dei più importanti laboratori della coesione sociale e della solidarietà. Il mondo del volontariato che si è incontrato in questo week end a Lucca (dove mi è stato proposto di parlare della parola “abilità” da recuperare e conservare…) sta vivendo una crisi di “vocazioni” che sembra inarrestabile. I volontari sono sempre più uomini e donne con i capelli grigi, pensionati attivi. I giovani, alle prese con il precariato permanente, non trovano né tempo né stimoli sufficienti per avvicinarsi all’esercizio entusiasmante della donazione gratuita del proprio tempo e della propria fatica (in controtendenza c’è solo il volontariato culturale).
Volontariato fa rima sempre più con “auto aiuto”, ossia con il fai da te, nelle associazioni e nei progetti sociali. E invece il volontario dovrebbe essere soprattutto altro da sé: ossia un cittadino che si avvicina, liberamente e gratuitamente, a una causa che non lo coinvolge direttamente (come può essere ad esempio l’esperienza di una disabilità, o di una malattia terminale). Occorre, in tempi di cambiamento, ripensare al significato anche economico e produttivo di una realtà così imponente e diffusa nel nostro Paese. Senza i volontari coleremmo a picco in pochi mesi. Lo sanno bene gli assessori ai servizi sociali dei Comuni italiani. E dunque anche questo è Pil, anche questo è patrimonio pubblico da valorizzare. Magari ripartendo dal servizio civile. Parliamone.
Tratto dal invisibili.corriere.it