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Ogni individuo sia valorizzato in quanto persona e non per quello che produce

sabato 20 settembre 2014

Parchi inclusivi: il gioco, un diritto di tutti.

di DANIELA RASPA (NEXTA)
Immaginate un bel tavolo imbandito con torte di cioccolato, pasticcini e leccornie di ogni tipo; immaginate di essere golosi ma di non poter toccare nulla, nemmeno una piccola caramella: è simile a questa la frustrante e triste sensazione che un bambino disabile prova trovandosi di fronte ad uno dei tanti parchi gioco delle nostre città, pensati esclusivamente per i bambini normodotati e anzi, spesso, poco sicuri anche per loro, specialmente per i più piccoli.
Eppure, nei giardini pubblici tutti dovrebbero avere gli stessi diritti e le stesse possibilità. Un bambino in carrozzella che guarda sconsolato i coetanei che si divertono mentre lui non può accedere allo scivolo per via della ripida scaletta a pioli è uno spettacolo che nessuno vorrebbe vedere: e basta una rampa al posto della scaletta, per fare in modo che questo accada.
parchi inclusivi non sono parchi pensati apposta per i bambini disabili, ma piuttosto parchi che consentono a tutti i bambini, con abilità e capacità differenti, di giocare insieme ed interagire tra loro, utilizzando gli stessi giochi che sono nel parco. Opportunità spesso impedita già dalla struttura stessa del luogo per via, ad esempio, del terreno dissestato, dei punti d’accesso stretti, gradini, etc.
giochi inclusivi, poi, sono giochi non meno divertenti di quelli tradizionali, anzi. Uno scivolo doppio non toglie nulla ai bambini normodotati, ma consente a chi ha bisogno di un aiuto di poterne usufruire e a due amichetti di scendere mano nella mano. Un’altalena a cesta, una pavimentazione antitrauma, un gioco a molla con protezioni posteriori e laterali o i pannelli sensoriali sono bellissimi giochi pensati per essere utilizzati da tutti, bambini normodotati e con disabilità,divertendosi insieme in maniera felice e spensierata. 
Tratto da www.lastampa.it 



sabato 13 settembre 2014

Giusy Versace a Ballando con le stelle.

Di Claudio Arrigoni
Le sfide sono quelle che rendono la vita affascinante. Ti dicono: “Uhm… ma sei sicura di potercela fare?” E allora cresce ancora di più la voglia di provare. Lo avrà pensato anche lei stessa: “Ci riuscirò?” Ma lei sa che l’importante non è quello, ma mettersi in gioco con tutta se stessa. Gielo ha insegnato la vita prima e lo sport poi. Così, Giusy Versace, sprinter paralimpica, ha deciso di accettare una proposta di quelle che possono cambiare la vita, e non solo la tua: sarà una delle concorrenti della decima edizione di Ballando con le Stelle, lo show di punta dell’autunno di Rai1. Lei, senza gambe, amputate appena sotto il ginocchio dopo un incidente sulka Salerno-Reggio Calabria nel 2005, quando aveva 28 anni, fra le regine di uno spettacolo dove si guarderanno soprattutto quelle.“Insieme alle gambe credevo di aver perso anche una parte della mia femminilità. Ho sempre considerato le gambe come la parte più femminile di me, perdendole ho iniziato a vedermi come un piccolo mostro”, scriveva poco più di un anno fa,proprio qui su InVisibili, in un bellissimo post, nel giorno della Festa della Donna, in cui raccontava la sua “vita senza i tacchi a spillo”: “Col tempo ho imparato ad apprezzare e valorizzare ciò che di me era rimasto, senza perdere troppo tempo a pensare a ciò che non avevo più”. Giusy a Ballando con le Stelle sarà una presenza importante. Dove si puntano gli occhi nel ballo? Sulle gambe, sui piedi e sui loro movimenti. Milioni di persone a vedere che si può fare (e siamo sicuri che Giusy lo farà anche bene…) anche se le gambe non sono quelle solite, ma pezzi di metallo che le hanno sostituite. Saper superare i luoghi comuni e modificare il modo di pensare: Giusy ci è abituata da quando, qualche anno fa ha deciso che voleva correre, con quelle protesi che Oscar Pistorius aveva mostrato al mondo. Saper mostrare e guardare le abilità. Eco il messaggio. Lo sport paralimpico aiuta in questo. L’arte e lo spettacolo anche. Per questo la scelta di Milly Carlucci e degli autori di Ballando è di quelle importanti. Già hanno avuto proprio Pistorius a danzare uh tango come ospite. E nella edizione americana di Dancing with the Stars, appena conclusa, è giunta seconda Amy Ourdy, splendida atleta dello snowboard a Sochi 2014, anche lei amputata alle gambe, che è stata straordinaria. Giusy entrerà nelle case di milioni di persone, sorridendo come lei sa fare, e mostrerà che sì, si può fare.
Tratto da invisibili corriere.it